domenica 28 settembre 2014

[Libri] Storia di una ladra di libri - Markus Zusak


Pubblicato anche con il titolo: La bambina che salvava i libri
Casa Editrice: Frassinelli
Pagine: 563
Prezzo: 16,90 € (cartaceo) in offerta su amazon a 14.37 €
Autore; Markus Zusak

Trama
È il 1939 nella Germania nazista. Tutto il Paese è col fiato sospeso. La Morte non ha mai avuto tanto da fare, ed è solo l'inizio. Il giorno del funerale del suo fratellino, Liesel Meminger raccoglie un oggetto seminascosto nella neve, qualcosa di sconosciuto e confortante al tempo stesso, un libriccino abbandonato lì, forse, o dimenticato dai custodi del minuscolo cimitero. Liesel non ci pensa due volte, le pare un segno, la prova tangibile di un ricordo per il futuro: lo ruba e lo porta con sé. Così comincia la storia di una piccola ladra, la storia d'amore di Liesel con i libri e con le parole, che per lei diventano un talismano contro l'orrore che la circonda. Grazie al padre adottivo impara a leggere e ben presto si fa più esperta e temeraria: prima strappa i libri ai roghi nazisti perché "ai tedeschi piaceva bruciare cose. Negozi, sinagoghe, case e libri", poi li sottrae dalla biblioteca della moglie del sindaco, e interviene tutte le volte che ce n'è uno in pericolo. Lei li salva, come farebbe con qualsiasi creatura. Ma i tempi si fanno sempre più difficili. Quando la famiglia putativa di Liesel nasconde un ebreo in cantina, il mondo della ragazzina all'improvviso diventa più piccolo. E, al contempo, più vasto. Raccontato dalla Morte - curiosa, amabile, partecipe, chiacchierona.

Recensione

Ho finito di leggere questo romanzo mezz'ora fa.
Al liceo il nostro insegnante di storia e filosofia ci fece fare un grosso lavoro di gruppo incentrato sulla Shoa: questo implicò visionare ore e ore di documentari, passare al vaglio documenti, registri, e anche contattare e intervistare quei pochi superstiti ai campi di concentramento.
Fu una delle esperienze più devastanti della mia vita.
Piansi? Sì. Ma il sentimento prevalente era la rabbia. Una rabbia che montava nello stomaco e saliva fino alla gola, una marea acida e soffocante, perché non volevo credere, non POTEVO credere che si fosse arrivati a tanto. 
Quel che è peggio è che non ci siamo mai fermati, perché i massacri continuano, in ogni angolo del mondo. 
Ma a forza di questo libro è straordinaria. L'ho comprato seguendo il mio istinto, ma è rimasto fermo sulla mia scrivania per diverse settimane prima che mi decidessi a leggerlo, sul serio. 
Oggi l'ho iniziato e finito. 
Non riuscivo a staccare gli occhi dalle pagine, non ero più sul mio divano in salotto, ma ero in Himmelstrasse con Leisel e Rudy, potevo sentire Rosa Hubermann che le gridava dietro "Saukerl" o "Saumensch" mentre agitava minacciosamente il cucchiaio di legno. Respiravo l'aria intrisa dell'odore del letame, dell'asfalto e della naftalina che esalavano le uniformi dei soldati.
Potevo sentire i passi stanchi di Hans Hubermann mentre si trascinava sugli scalini che portavano agli uffici del Partito, il cuore pesante e lo stomaco che si ribella, ma anche la fastidiosa, soffocante sensazione di non avere altra scelta.
Il mio cuore accelerava assieme a quello di Liesel ogni volta che la sua mano si allungava per afferrare un libro, per salvarlo. 
Perché questo fanno i libri, questo fanno le parole, se usate bene.
Salvano
Ti ricordano che sei ancora vivo, che sotto la polvere e i detriti di un'Europa in guerra, di un mondo in guerra, hai un cuore che non smette di battere. Ti ricordano anche di come siamo tutti legati gli uni agli altri, volenti o nolenti, in un intricato labirinto di destini, plasmati dalle nostre scelte. 
Poi c'è lei.
La Morte. 
La narratrice, colei che ti accompagna per tutta la durata della storia. Chiacchiera, si emoziona, ti descrive il cielo e tu non puoi fare a meno di vederlo, quel cielo, in tutti i suoi colori. 
Noi siamo fatti di colori e parole. 


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